Era l'inizio del mese quando andai a Milano per i preparativi dell'esposizione. Alla stazione di Ancona presi l'Eurostar proveniente da Bari sul quale non c’erano più posti liberi quindi sono dovuta stare in piedi per quattro ore. Ma non mi andava di aspettare il treno successivo che sarebbe arrivato dopo sei ore. Cercai un posto per passare il tempo tranquillamente e trovai uno spazio davanti al portabagagli vicino alle porte. Tirai fuori dalla borsa quell'album delle foto di balene e lo sfogliavo ascoltando musica. Poco dopo arrivò un ragazzo giovane e biondo che si mise accanto a me e anche lui cominciò ad ascoltare musica. Il suo sguardo non era fisso su di un punto definito ma mi sembrava che stesse osservando qualche luogo più distante senza mettere a fuoco. Mi sembrava di aver già visto uno sguardo simile. All'improvviso mi chiese che musica stessi ascoltando. Stavamo entrambi ascoltando la stessa opera. Così in maniera naturale iniziai a conversare con questo ragazzo. Adorava il teatro e mi disse che avrebbe voluto studiare seriamente arte drammatica in una scuola di Roma. Mi disse anche che aveva un’ amica a Sirolo, anche lei appassionata di teatro. Non mi sarei mai potuta immaginare di incontrare un amico di Diletta su un treno strapieno. Era incredibile. Fin da quel momento cominciò a parlarmi di alcuni suoi episodi strani che gli accadevano ogni tanto. Gli oggetti intorno a lui si muovevano e cadevano come se fossero mosse da dei Poltergeist. Però mi spiegò che credeva che tutto questo avesse un'origine naturale. Anche Niki aveva avuto esperienze analoghe e una delle più incredibili era successa su un treno da Bari.Per diversi anni Niki soffriva di un dolore acuto alla gamba destra del quale non se ne conosceva la causa. Quando è arrivato dalla Grecia in Italia per la prima volta con un traghetto, appena sceso a Bari gli scomparve completamente il dolore e non gli è più ritornato. Sull'Eurostar che correva lungo la costa adriatica pensai a San Nicola di Bari, il patrono di Sirolo e protettore dei marinai. Il ragazzo che poco prima avevo conosciuto scese a Bologna raccomandadomi di salutare Diletta.
Arrivai alla stazione di Milano e presi la metropolitana fino alla stazione di Montenapoleone. Attraversai via Manzoni e camminai verso il negozio di Angelo. Le vetrine erano già decorate per il Natale. Durante questo periodo la gente corre quà e là come se pensassero solo ai regali. Il negozio di Angelo si trovava al numero 25 in fondo ad un bellissimo corridoio che, attraversando ciò che resta della chiesa dell’ XI° secolo dedicata a San Donnino, collega via Montenapoleone con via Bigli. Quando arrivai in fondo al corridoio, da fuori vidi Adele e Niki che stavano guardando un album di foto aperto su un pianoforte a mezzacoda. Guardavano la foto della statua della Madonna della chiesa di Gerusalemme davanti alla quale Niki era scoppiato a piangere. Adele cominciò a raccontarci piano piano.
"Oggi sarei dovuta andare a Gerusalemme con i membri della fondazione "San Francesco d'Assisi". Però d’improvvio mi hanno cancellato il viaggio. Se fossi partita oggi, in questo momento sarei stata proprio davanti a questa statua. Oggi mi sono trovata a Milano per un altro motivo. Se non mi avessi chiamato per incontrarci da Angelo, non avrei potuto vedere questa immagine. E’ stata una vera sorpresa!”
Così Niki le regalò quella foto come ricordo.
All'inaugurazione dell'esposizione vennero tante persone: colleghi, artisti, amici di Niki, giornalisti, persone del mondo della moda ecc. Organizzammo anche un piccolo concerto di pianoforte. Così la prima vernissage del negozio di Angelo finì con un successo. Durante il periodo dell'esposizione venne una persona da Pesaro e ordinò quella fotografia della Maddonina. Fu una cosa molto curiosa ma questa persona viveva a 100 metri dalla casa di mio cugino di Pesaro. Mi fece ricordare quella fontana di marmo che stava in piazza sul lungomare. Mi sembrava che tutti gli incontri con delle persone fossero collegati l'un l'altro con un filo come il cerchio di quella fontana piena d'acqua. I miei nuovi incontri mi arricchivano interiormente. Mi ricordai quello che mi disse il channeler.
“Non devi fare niente. Ciò che è intorno a te ti guiderà.”
Avrei dovuto solo aspettare che le cose mi fossero accadute naturalmente. In quel periodo cominciai a sentire chiaramente l'esistenza di un altro tempo dentro di me. Era un tempo parallelo a quello reale. Il mio orologio interno si mise a marciare di nuovo per caso da quel giorno della nevicata. Il meccanismo che era stato fermo per tanto tempo cominciò a funzionare sintonizzandosi con il suono. Però ero consapevole che si trattava dell'orologio dell'inconscio.