L'inverno sirolese è solitamente rigido. Le temperature scendevano considerevolmente prima di dicembre. Quando calava la nebbia densa il paesaggio sembrava che fosse stato sfumato dal pennello di un pittore. Mi piaceva ascoltare il suono caldo del violoncello quando la luce del sole non riusciva ad attraversare questa foschia. Cominciavo ad abituarmi a stare con Soledad e vivevo tra due tempi con lei. Soledad mi pareva possedesse una fragile esistenza che un semplice movimento d'aria avrebbe potuto rompere. Però mi veniva spesso da dire che quello che era veramente effimero non fosse lei ma la realtà stessa. Il suo mondo mi affascinava per il grande spazio e la libertà infinita invece di questa realtà limitata. "Però lei che cosa vorrebbe realizzare in questa realtà dove mi trovo? Avrei bisogno di saperlo." Dovevo solamente ascoltare la sua voce e seguire la sua volontà finché non avessi incontrato la risposta, la chiave per la mia stessa felicità.
Una mattina sotto Natale mentre stavo lavorando al computer sentii un forte rumore come se una finestra si chiudesse. Andai a controllare tutte le finestre della casa, però erano ben chiuse e non c’era neanche un alito di vento fuori. Di nuovo sentii lo stesso rumore e uscii nel giardino per vedere se ci fosse qualche macchina perché poteva essere anche quello di una portiera di un auto. Però non c'era nessuno nei dintorni. Il tutto accadde ancora una volta. Era molto curioso. Chiamai mia zia suora per telefono e glielo raccontai. Mi spiegò che i libri di Samuele del Vecchio Testamento contenevano la descrizione di un fatto simile; era notte fonda, e mentre dormiva sentì qualcuno bussare per tre volte alla porta e credeva che fosse stato solo un sogno. Poco dopo questa vicenda sognai di una studentessa universitaria che avevo conosciuto tramite internet e le scrissi:
"Ieri ti ho sognata. E’ strano sognare di qualcuno che non conosco di persona. Se hai una tua fotografia, mandamela per favore.”
Lei mi rispose subito:
“Che sorpresa! Avevo l’intenzione di mandartene una già da una settimana e stavo pensando di farlo proprio stasera.”
"Il cuore batteva forte mentre aprivo la cartella dei messaggi ricevuti.... Hai lo stesso viso della persona che mi era apparsa in sogno."
Da quel momento cominciai a fare sogni strani in continuazione. Era come se fossero premonizioni. Sognavo delle cose che sarebbero successe in pochi giorni oppure il contenuto delle e-mail che mi sarebbero arrivate. Curiosamente le immagini che avevo già sognato apparivano da qualche parte come in televisione, giornale o riviste. Mi sentivo davvero imbarazzata per tutto ciò che mi succedeva in quel periodo. Faceva parte della mia vita quotidiana prevedere i simboli, le immagini, le cifre, persino le conversazioni e mi sembrava come se fosse un gioco. Queste premonizioni aumentarono sempre più.
In quel periodo aiutavo l'editore di una rivista giapponese di moda a raccogliere informazioni e fare le interviste nei negozi di scarpe nelle Marche. Niki venne da Milano per aiutarmi come fotografo. Quando ci riunimmo per la prima volta, l'editore cominciò a raccontarci della sua esperienza insolita: incontrò extraterrestri e UFO. Invece Niki ci disse che sarebbe andato a Parigi per partecipare ai fuochi sacri per implorazioni del buddismo esoterico. Infatti poco prima avevo sognato una cosa strana e credevo che si trattasse proprio delle loro storie.
“Apro un libro grosso e vecchio coperto di polvere, trovo un disco volante nella pagina accompagnato da una parola giapponese – Tibet esoterico -.”
Andammo a visitare uno dei fabbricanti e lì, mentre parlavamo, venne fuori il nome di un personaggio famoso di quel campo e decidemmo di fare una visita imprevista al suo laboratorio. Era piuttosto una bottega il luogo dove si trovava quella persona. Mentre stavamo lavorando, apparve una ragazza alla porta d'entrata. Non ci aspettavamo d’incontrare una persona giapponese in un posto del genere mentre preparavamo il materiale dell'articolo. Ci disse che era venuta per ordinare un paio di scarpe fatte a mano. Qualche giorno dopo questa ragazza mi chiamò per telefono e ci incontrammo in una piazza di Sirolo e mi raccontò che era stata in Shanghai tempo fa per lavoro e lì aveva incontrato per caso una persona che mi conosceva. Si trattava di una mia amica di Tokyo con la quale avevo perso i contatti da tanto tempo. Così ci ritrovammo di nuovo e cominciammo a scriverci. Questa mia amica mi raccontò:
"Avevo perso diversi anni fa la pietra di quell'anello che abbiamo comprato insieme. Poi l'ho sostituito con una nuova e mi è arrivato solo ieri il nuovo anello ma proprio quando ho ricevuto la tua posta elettronica!"
Fu una bellissima coincidenza e mi fece tanto piacere di sapere che stesse bene a Shanghai. I miei vecchi contatti si ritrovavano piano piano da soli senza che andassi a cercarli e mi fece piacere di mettermi in contatto di nuovo con degli amici dispersi nel mondo.