09 dicembre 2010

Iguasù e la Croce - I

    Venne a trovarmi una mia amica da Tokyo durante la settimana santa e decidemmo di andare a visitare le cascate di Iguasú. Era venerdì santo. Si poteva immaginare la quantità di gente che  sarebbe venuta a visitarle in quel giorno. Chiesi ad un’agenzia di organizzarci un viaggio da due giorni per non perdere tempo inutilmente; normalmente ci vogliono tre giorni per poter vedere bene tutte le cascate. All’aeroporto di Iguasú ci aspettava una guida, un brasiliano che sapeva perfettamente il giapponese e ci avrebbe accompagnate tutto il tempo per fare un giro alle cascate. Non mi meravigliava il fatto di incontrare una persona che parlava bene la nostra lingua, però mi sorprese quando mi disse che aveva studiato quattro anni come borsista all’università gemellata con la mia.
    Il primo giorno che era venerdì santo, visitammo la parte brasiliana. La nostra guida ci disse che in quel giorno il numero di visitatori era dieci volte più alto di un giorno normale. In ogni caso non era possibile organizzare altrimenti il viaggio ed eravamo costrette a trovarci in mezzo alla folla. La parola "venerdì santo" mi faceva ricordare di quel sogno che feci in Italia prima di venire in Argentina: si trattava di una crocifissione di un religioso che mi sembrava fosse una scena iniziale del film "La Missione" che era stato girato in una delle cascate di Iguasú. Ne parlai alla nostra guida e lui mi rispose che si eseguivano realmente quelle torture in quella zona.
    Dopo aver pranzato in un caffè brasiliano, visitammo la cascata "Garganta del Diablo" (Gola del Diavolo). Guardandola dall'alto, dissi scherzosamente alla mia amica:
    "Qui ci confesseremo!" e lei mi rispose;
    "Non devi fare patti col diavolo!"
    Il percorso era lungo e faticoso soppratutto perché faceva molto caldo e venivamo bagnati da schizzi d'acqua. Il giorno seguente visitammo la parte argentina. La mattina presto attraversammo una giungla con la jeep per scendere fino al bacino delle cascate. La foresta era tranquilla, si sentivano soltanto i cinguettii o il rumore degli animali. Però tutta quell'armonia si perdeva a causa dell'invasione della jeep. Rinunciai ad ascoltare i suoni della giungla e mi lasciai trasportare a destinazione. Quando arrivammo quasi al livello dell'acqua, scendemmo dalla jeep e camminammo un pezzetto fino ad una riva dove erano ancorati dei canotti. Da lì ci portarono in canotto vicino alle cascate. Infilammo tutte le cose in una busta di plastica; eravamo pronte ad essere bagnate completamente. Ci avvicinammo alla Garganta del Diablo. Il frastuono della cascata e la quantità di acqua che scendeva mi spaventavano. Una volta fatto il giro delle cascate, il canotto cominciò a dirigersi proprio sotto il flusso d'acqua. Ormai era impossibile proteggerci dall'acqua; eravamo totalmente inzuppati. Dissi alla mia amica:
    "Non ho avuto nemmeno un attimo di tempo per pensare se volevo essere battezzata.."
    "Se potessi risorgere ne sarei felice!",  mi rispose lei.
    Dopo quella breve avventura ricominciammo a fare il giro attorno alle cascate. Mi ispirava ammirazione quella creazione divina, perfetta e magnifica scultura del tempo. Era il mondo dei misteri che diventava reale e che noi non potevamo misurare con il nostro metro. Lì si percepiva una sinfonia solenne, suonata per mezzo del tempo, la musica più comprensibile per noi esseri umani. Camminai ascoltando la musica delle cascate e nel frattempo pensavo a quella scena del sogno de La Missione.